Traboccanti di orgoglio nazionale, i media greci, spalleggiati dalle grandiose autorità del paese, non perdono occasione per presentare questa vera e propria rievocazione di una cerimonia nazista, ovvero la cosiddetta “cerimonia di accensione della fiamma olimpica” a Olimpia… come prova della grandezza e della continuità storica della nazione greca.
E con essa, di presentare anche i suoi accessori, come “la prima torcia olimpica” che, come si legge, è stata consegnata al sindaco di Maratona, “in una magnifica cerimonia che ha incluso una corsa simbolica della torcia dalla linea di partenza storica di Maratona al Museo della Corsa di Maratona”.
Un dettaglio significativo, che ovviamente viene sistematicamente passato sotto silenzio perché considerato un “segreto nazionale”: questa “prima fiaccola”, ispirata da Goebbels e prodotta da Krupp, fu accesa a Olympia con una coreografia, rimasta invariata fino ad oggi, dalla regista ufficiale di Hitler, la famigerata Leni Riefenstall.
Va detto che questa “prima fiaccola” ebbe un momento molto difficile nel 1936, quando i cittadini cechi lapidarono i tedofori germanofoni al passaggio nel loro paese, perché era chiaro che il percorso che stavano seguendo segnava i contorni del grande Terzo Reich, che sarebbe diventato una realtà da incubo quattro anni dopo.
A quanto pare, questi cittadini cechi del 1936 sapevano in anticipo ciò che i media e le autorità greche si ostinano a ignorare… nel 2024. Ecco perché da decenni aspettiamo con impazienza il momento in cui questa fiamma si spegnerà irrevocabilmente: semplicemente perché “la fiamma olimpica” è “una meravigliosa idea del dottor Goebbels”, come recitava giustamente il titolo a tutta pagina del quotidiano greco Estia nell’agosto del 1936…
Di quali antichi antenati, sacerdotesse vergini, fiamme sacre e altre favole stiamo parlando? Tutte queste sciocchezze che l’intero stato greco e il suo personale politico, compresi 9 su 10 dei suoi intellettuali ufficiali, ci hanno insegnato a credere che provengano direttamente dalle profondità del tempo, stanno solo festeggiando il loro… 88° compleanno!
Alla fine del luglio 1936, poco prima dell’apertura dei trionfali Giochi Olimpici nazisti a Berlino, i giornali greci pubblicarono articoli nella solita vena patriottica ed epico-lirica, celebrando Leni Riefenstall e la sua “cerimonia olimpica di accensione delle fiamme”, di cui pubblichiamo qui sotto alcuni edificanti estratti.
Quando Olimpia si svegliò, quando il sole sorse dietro il conico e verde Monte Cronion e argentò le acque del Kladeos e dell’Alpheus, le persone che soffrirono sotto il sole cocente nella storica giornata del 20 luglio 1936 presero ognuna il proprio posto: alcune sotto i pini del Cronion, altre intorno ai cancelli di Place Coubertin. E hanno aspettato tutta la notte fino al momento in cui, dalla collina del Cronion, è stato dato il segnale di inizio della cerimonia. Più avanti, al mattino, una donna meravigliosa – Leni Riefenstahl – aveva portato la sua troupe cinematografica e, sulla linea di partenza dell’antico stadio, aveva messo in scena lei stessa l’accensione della fiamma olimpica.
Poi, al Tempio di Hera, ha dimostrato il suo genio di regista. Prese Pratsika e le sue studentesse, trovò subito un attore tedesco che le facesse da cameraman – perché Condylis, il primo corridore, non aveva alcuna intenzione di indossare i pantaloni attillati degli antichi; lo spogliò, lo trasformò in corridore, accese le erbe secche del sacro Altis sull’altare improvvisato formato dai tamburi delle colonne, regolò i motori e girò il film, dando consigli, ordini e istruzioni. Per dieci volte riprese la stessa cosa, la partenza con la torcia del primo corridore. Il tedesco era letteralmente arrostito e il sudore trasudava come un fiume. Riefenstahl gli gettò un asciugamano per asciugarsi e ricominciò a girare.
(…) Mentre questo avviene in Place Coubertin, sulla linea di partenza dell’antico stadio, si svolge un bellissimo rituale. Le vergini luminose di Pratsika accolgono la luce del sole olimpico. Sono tutte sole. Nessuno può assistere all’illuminazione. E in effetti, a questa cerimonia, che Leni Riefenstall aveva filmato al mattino durante le prove, non doveva essere presente nessuno, solo Febo e le vergini greche, dispensatrici del fuoco, dovevano assistere alla cerimonia divina.
(…) È stato il momento più commovente. Tutti lo guardano con ammirazione e rispetto, in silenzio. La luce olimpica sarà trasmessa. Il giovane Condylis, di Olimpia, ha attraversato le ragazze di luce e ha acceso la torcia dal fuoco dell’altare. Questo è il momento che tutti aspettavano. È impossibile che i corpi di tutti non si siano fermati, che il respiro non si sia fermato per un attimo, che la bocca non si sia intorpidita. Il sole, un sole d’argento rovente, bagnava tutta la verde terra idilliaca di Olimpia. Il giovane Condylis, seminudo e bruciato dal sole, ha appena acceso la prima torcia e corre… corre, tenendola in alto. La folla scoppia in applausi e applausi.
In un attimo, egli ha doppiato la circonvallazione di Cronion ed è partito, correndo con la sacra fiamma di Olimpia per trasmettere la luce olimpica – l’eterna civiltà greca della realizzazione e dello spirito”.
(da VRADYNI, martedì 21 luglio 1936. Nel video gli estratti del filmato girato da Riefenstall a Olimpia nel 1936: https://www.youtube.com/watch?v=v9pk2j_KmM4)
Come diremmo oggi, uno spettacolo hollywoodiano messo in scena dalla direttrice ufficiale delle cerimonie del partito nazista, Leni Riefenstall, sulla base di un’idea del dottor Goebbels, approvata di cuore dal cancelliere Hitler!
Per dirla così, potrebbero – finalmente – esclamare i funzionari greci di ogni tipo che tengono la bocca chiusa (o, nel linguaggio comune, che tengono le spalle al muro). E naturalmente contrattaccheranno: ma questo non significa necessariamente che tutto l’olimpismo sia marcio, che l’idea olimpica del barone de Coubertin non sia più valida e che non debba ispirarci.
Parliamo quindi del “padre” dell’olimpismo, l’ispiratore e fondatore dei moderni Giochi Olimpici, de Coubertin, il cui nome adorna strade e piazze di tutto il mondo e soprattutto della Grecia. Chiariamolo subito: il nostro buon Barone era un raro individuo razzista, militarista, reazionario, colonialista, misogino e guerrafondaio di estrema destra (con evidenti simpatie naziste), al cui confronto Donald Trump o la sua connazionale Marine Le Pen impallidiscono! Ed ecco una piccola antologia delle sue “credenze” formulate dallo stesso Barone, che per tutta la vita non ha mai smesso di dichiararsi – e di essere – un “colonialista fanatico” e un sostenitore di tutte le disuguaglianze (di classe, razza e genere):
- “Le razze non hanno lo stesso valore e tutte le altre devono giurare fedeltà alla razza bianca, che è intrinsecamente superiore”.
- “Ci sono due razze distinte: quella degli onesti, con i loro muscoli forti e l’andatura sicura, e quella dei malaticci, con il loro aspetto umile e disperato e lo sguardo sconfitto. Così, nei college come nel mondo: i deboli sono messi da parte; questa educazione può essere apprezzata solo dai forti“.
- “Non vogliamo sentire parlare di giochi a cui possono partecipare le donne, gli adolescenti, insomma i deboli”.
- “L’unico vero eroe olimpico è l’individuo maschio. Le Olimpiadi femminili sono impensabili. Sarebbero poco interessanti, poco attraenti e poco veritiere. Ai Giochi Olimpici, il loro ruolo dovrebbe consistere soprattutto, come negli antichi tornei cavallereschi, nell’incoronare i vincitori”.
- “La razza superiore ha tutto il diritto di negare alla razza inferiore alcuni privilegi della vita civile”.
- “Il giovane atleta si sente certamente più preparato dei suoi antenati ad andare in guerra. E quando siamo preparati a qualcosa, la facciamo più volentieri”.
- “Vorrei ringraziare il governo e il popolo tedesco per gli sforzi compiuti in onore dell’undicesima Olimpiade” (…)”. Come potrei rinunciare alla celebrazione dell’Undicesima Olimpiade, visto che (…) questa apoteosi del regime nazista è stata la scossa emotiva che ha permesso lo sviluppo dei Giochi Olimpici?”.
Era quindi naturale che, subito dopo, il cancelliere Hitler indicasse de Coubertin per… il Premio Nobel per la pace!
Epilogo: tutto questo è ormai di dominio pubblico e non ci illudiamo che argomenti storici o di altro tipo possano “convincere” le autorità a porre fine a quella che è la più grande truffa degli ultimi due secoli. Se c’è qualcosa che può porre fine a questo – improbabile ma vero – mix “olimpico” di circo nazista e commerciale, corruzione e alienazione, è solo il movimento dei veri cittadini. Dopo tutto, nulla si costruisce sulla menzogna e sulla frode…
L’immagine è tratta da una cartolina postale tedesca del 1936.
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