Abituarsi a una realtà senza diritti né regole, dove regna la legge della giungla di Yorgos Mitralias

 

Mentre l’operazione di sterminio e pulizia etnica dei palestinesi di Gaza ha – giustamente – monopolizzato l’attenzione del mondo per settimane, poca o nessuna attenzione è stata prestata a uno dei suoi obiettivi cruciali, che è passato piuttosto inosservato: l’assuefazione delle nostre società e di ciascuno di noi, in altre parole dell’umanità intera, a una nuova realtà internazionale priva del diritto umanitario che regola i conflitti armati internazionali o interni dal 1949.

In breve, ci stiamo abituando a un mondo che assomiglia sempre più a una giungla dove regna solo la legge del più forte e dove sono “permesse” le peggiori atrocità contro i più deboli.

In realtà, questa “assuefazione” disumana si realizza in due modi: in primo luogo, facendoci ambientare in una routine quotidiana, che dura già da settimane e mesi, popolata da notizie e immagini di un vero e proprio genocidio unito alla pulizia etnica, le cui vittime sono i civili palestinesi. E tutto questo senza che i “grandi” di questo mondo facciano la minima cosa per fermare questa barbarie, anzi incoraggiandola e applaudendola.

E poi, criminalizzando, almeno in alcuni grandi paesi europei, praticamente qualsiasi espressione di solidarietà per le vittime e qualsiasi critica ai carnefici che non solo violano, ma peggio, ammettono pubblicamente di violare il diritto umanitario e le sue regole più elementari.

Ad esempio, non bombardare ospedali, scuole, chiese e moschee, strutture delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali, non colpire i civili, avere la preoccupazione prioritaria di non uccidere medici, giornalisti e autisti di ambulanze, non costringere la popolazione ad abbandonare le proprie case, non privarla sistematicamente dei mezzi di sopravvivenza, dell’acqua, del cibo e delle medicine, non distruggere le infrastrutture, eccetera, eccetera, in altre parole, tutto ciò che l’esercito israeliano sta facendo attualmente a Gaza, ma anche almeno in parte della Cisgiordania.

E lo fa con una fantasia sadica che non ha precedenti storici, come quando i loro bulldozer, che seguono da vicino i loro carri armati, “arano” sistematicamente le strade palestinesi, distruggendo non solo l’asfalto, ma soprattutto le varie tubature (fogne, cavi, tubi, ecc.) dalle quali dipende la vita degli abitanti…

Il mitridatismo è l’immunità a un veleno acquisita con l’ingestione ripetuta di dosi crescenti del veleno stesso. Ebbene, il risultato di questa nostra pericolosa assuefazione mediatica dovrebbe essere la nostra progressiva mitridatizzazione al veleno della barbarie senza limiti, che divide gli esseri umani in “padroni” appartenenti a una presunta Herrenrasse di triste memoria, e altri che obbediscono ai “padroni” e che dovrebbero subire la loro disumanizzazione senza protestare, se non vogliono essere chiamati… “terroristi”.

Tutto con l’aiuto di un maccartismo globale che non solo criminalizza qualsiasi protesta, ma lincia anche il “deviato” nei media.

Ma attenzione: se tutto questo può sembrare esagerato e frutto di un’immaginazione distopica, basta guardare la Francia di oggi per rendersi conto che questo “mitridatismo” non solo è reale, ma anche pervasivo e, purtroppo, piuttosto trionfante…

Nella Francia macronista dell’autunno 2023, più che altrove, stiamo assistendo all’instaurazione di una nuova “normalità” in cui, con il pretesto della lotta all’antisemitismo, viene criminalizzato l’esercizio di almeno alcuni diritti e alcune libertà democratiche, come il diritto alla libertà di espressione.

Ovviamente, coloro che vengono arrestati e spesso condannati per… “antisemitismo” perché osano denunciare l’incessante bombardamento dei civili a Gaza, sono generalmente quelli che chiamiamo “piccoli”, preferibilmente di sinistra o di origine nordafricana.

Naturalmente, sarebbe impensabile che il signor Darmanin denunciasse, e tanto meno citasse in giudizio, il grande canale televisivo americano CNN per “antisemitismo”, nonostante il fatto che la CNN denunci tutto il giorno le atrocità e gli altri orrori subiti dai palestinesi a Gaza e in Cisgiordania in modo così dettagliato che i giornalisti dei “grandi” media francesi (giornali e canali televisivi), guidati dal canale BFMTV, ululerebbero di indignazione.

Ma c’è un’altra faccia della medaglia di questa cosiddetta lotta alla francese contro l'”antisemitismo”: la banalizzazione dell’antisemitismo stesso.

Etichettando come antisemitismo la minima critica a Netanyahu e al suo governo, la minima espressione di compassione per il popolo palestinese martirizzato, diventa sempre più difficile distinguere tra vero e falso antisemitismo, cioè distinguere i veri antisemiti che rappresentano una vera minaccia per il popolo ebraico.

Questa banalizzazione dell’antisemitismo è tanto più scandalosa in quanto i supremi censori del presunto “antisemitismo” dei filopalestinesi o addirittura degli antisionisti ebrei – come i giovani di If Not Now – sono oggi noti antisemiti come l’ungherese Viktor Orbàn, che tuttavia viene definito “il miglior amico di Israele” dal suo amico e complice Bibi Netanyahu. O come i razzisti, i fascisti e altri nostalgici ammiratori di Pétain e del pétainismo che hanno recentemente sfilato per le strade di Parigi manifestando contro… l’antisemitismo!

Tuttavia, ancora più grave dell’assuefazione alla scomparsa del diritto umanitario è l’assuefazione dell’umanità al cinismo e al crollo dei valori morali che deriverebbe dall’eventuale schiacciamento finale del popolo palestinese da parte di uno stato di Israele che non solo trionfa e gode di una totale impunità, ma che mostra anche con orgoglio davanti a tutti il suo totale disprezzo per gli scrupoli morali e umani.

Infatti, la grande “novità” degli attuali genocidari israeliani è che ammettono e addirittura rivendicano pubblicamente la responsabilità delle loro intenzioni genocide e dei loro crimini di guerra, mentre tutti gli altri genocidari della storia li hanno sempre meticolosamente nascosti, facendo di tutto per cancellare la minima traccia dei loro abomini.

La conclusione è necessariamente allarmante: l’operazione terroristica di Hamas del 7 ottobre serve al governo Netanyahu come pretesto per realizzare quello che è sempre stato il grande progetto, se non la ragion d’essere, dell’estrema destra israeliana, lo sterminio e la definitiva pulizia etnica del popolo palestinese.

Ma una volta lanciata, la guerra totale di Israele contro il popolo palestinese sta già servendo da pretesto ai quartieri generali reazionari capitalisti e oscurantisti di tutto il mondo per accelerare e approfondire l’attacco, già iniziato, a ciò che resta dei diritti e delle libertà democratiche di “quelli di sotto”.

Una ragione in più per vedere la lotta dei palestinesi per la sopravvivenza come la nostra lotta, come la lotta di tutti noi per difendere, con le unghie e con i denti, le nostre libertà…

 

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