Quando “il nemico del mio nemico” non è mio amico. di Yorgos Mitralias

 

Quando “il nemico del mio nemico” non è mio amico. Da Hamas palestinese ad Azov ucraino e all’EOKA di Cipro…   di Yorgos Mitralias

Lo spunto per quanto segue è stato l’importantissimo testo della giovane ucraina Hanna Perekhoda “Se in nome della ‘pace’ tradiamo gli ucraini, come i palestinesi…”, in cui – per dirla con le sue parole – cerca di vedere “le strutture che permettono di non ‘esotizzare’ la Palestina, ma di renderla potenzialmente paragonabile ad altre situazioni di oppressione coloniale e di legittima resistenza portata avanti comunque da organizzazioni di estrema destra ultra-reazionarie”.

E in effetti, qualsiasi greco o cipriota non potrebbe vedere nulla di “esotico” nel caso di Hamas palestinese, perché anche a Cipro, all’epoca dell'”oppressione coloniale” britannica, a capo della “resistenza legittima” c’è stata, per almeno cinque anni (1954-1959), quella “organizzazione di estrema destra ultra-reazionaria” che era l’EOKA del famigerato generale -collaboratore e massacratore di resistenti comunisti- Georgios Grivas.

Non c’è quindi nulla di nuovo sotto il sole, dal momento che, come accade oggi con Hamas, l’azione dell’EOKA aveva sconcertato e infine diviso la sinistra e le persone di sinistra dell’epoca, che non riuscivano a trovare una spiegazione soddisfacente alla questione di come un’organizzazione ultra-reazionaria avesse potuto assumere la guida della resistenza e della lotta anticoloniale.

Il testo di Perekhoda fornisce la risposta: in ultima analisi, è sempre l’abdicazione della sinistra ai suoi compiti storici che porta a mostruosità come quelle che abbiamo visto a Cipro con l’EOKA, che vediamo oggi in Palestina con Hamas e che potremmo vedere nel prossimo futuro in Ucraina, forse con un certo Azov… se, in nome della “pace”, tradiamo gli ucraini come abbiamo fatto con i palestinesi…

Abbiamo fatto sostanzialmente la stessa osservazione quando abbiamo scritto che “è sulle rovine del messaggio emancipatore socialista e comunista che fioriscono questi oscurantismi reazionari, sia religiosi che neoliberali, che stanno incancrenendo l’umanità nel nostro tempo” nel nostro testo Massacres et impasses moyen-orientales – Au-delà du sionisme et du djihadisme.

Il problema dell’“impotenza di tutte le forze progressiste, che non hanno fatto – e non fanno – abbastanza per sostenere la causa degli oppressi” non è nuovo, ma ora ha assunto dimensioni inedite e fa più male che mai.

Le ragioni sono due: perché i nostri tempi sono segnati dall’impetuosa ascesa dell’estrema destra e dal “fascismo che si diffonde come un virus”, anche tra gli oppressi. E perché la sinistra, che si è ridotta come un sasso, vede la maggior parte delle sue forze sprofondare nella confusione e diventare sempre più disorientata, con il risultato che molte di esse non solo “non fanno abbastanza per sostenere la causa degli oppressi”, ma fanno qualcosa di ancora peggiore: sostengono gli oppressori in nome dell’antico adagio secondo cui “il nemico del mio nemico è mio amico”

Ancora una volta, “niente di nuovo sotto il sole”, perché non è un caso che la storia recente degli oppressi e delle loro lotte anticoloniali sia stata indelebilmente segnata dai duri dilemmi imposti loro da questo stesso “antico adagio” che oggi sta facendo strage in tutto il mondo. Per questo motivo, ricordare alcuni casi emblematici del recente passato può aiutarci a comprendere meglio ciò che sta accadendo oggi.

Tutti hanno sentito parlare dell’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA), ma pochi sono a conoscenza degli stretti legami che i suoi leader strinsero con il regime nazista in Germania dal 1937 fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Alla base di questa cooperazione – a prima vista “innaturale” – troviamo la variante irlandese dello stesso “antico adagio”: “La difficoltà dell’Inghilterra è un’opportunità dell’Irlanda”! E in questo caso, quella “difficoltà dell’Inghilterra” non era altro che la Germania nazista che, vincendo la sua guerra contro l’Impero britannico, avrebbe potuto liberare l’Irlanda del Nord dal giogo inglese, portando alla sua riunificazione con la Repubblica d’Irlanda.

Non bisogna pensare che questa cooperazione “innaturale” fosse solo verbale o limitata a poche azioni insignificanti. Oltre ai contatti quasi costanti tra i funzionari di entrambe le parti (fino allo stesso Hitler!), questa alleanza assunse le dimensioni di una vera e propria cooperazione militare, con molte vittime, pur godendo della “tolleranza” di gran parte dell’opinione pubblica irlandese.

Il secondo caso che vorremmo citare è quello della cooperazione militare nella lotta anticoloniale dell’India con il Terzo Reich contro la potenza coloniale che all’epoca era l’Impero britannico.

Questa collaborazione, che portò in particolare alla formazione di unità militari indiane che combatterono a fianco della Wehrmacht in Asia e in Europa, si basava sullo stesso onnipresente ragionamento secondo cui “il nemico del mio nemico è mio amico”: la sconfitta militare della Gran Bretagna avrebbe portato al crollo del suo impero e, di conseguenza, all’indipendenza dell’India.

Non è un caso che l’istigatore di questa collaborazione “innaturale”, Subhas Chandra Bose, che era stato presidente del Congresso Nazionale di Gandhi, avesse cercato invano di convincere Stalin a sostenere la lotta armata di liberazione nazionale dell’India prima di incontrare Hitler a Berlino. E non è un caso che ancora oggi sia considerato un eroe nazionale da molti suoi compatrioti…

Ci fermiamo qui, anche se i casi simili a quelli sopra citati sono numerosi e istruttivi, e coprono l’intero globo. Tuttavia, la loro esposizione ci permette di trarre una conclusione abbastanza categorica: l’adagio “il nemico del mio nemico è mio amico” può essere applicato senza problemi dai politici borghesi caratterizzati dal loro cinismo, ma non può in alcun modo essere il destino delle persone di sinistra che dovrebbero avere principi e valori. Il risultato è sempre stato tragico: “il nemico del mio nemico” non è mai stato e non sarà mai un alleato su cui contare. O ti renderà suo servo e suo clone reazionario, persino di estrema destra, o ti tradirà alla prima occasione.

Le persone di sinistra di qualsiasi orientamento dovrebbero tenere a mente tutto questo mentre Gaza e l’Ucraina cercano disperatamente il loro aiuto, resistendo ai loro aguzzini che promettono bagni di sangue ancora più spaventosi.

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