A proposito di Brexit e altri mostri di Luca Lenzini

 

C’è qualcosa di sinistro nel modo in cui il tema “Brexit” viene affrontato dai media, includendo in questa sfera non solo gli opinionisti più o meno di grido e i giornalisti di vario ordine e competenza, ma anche i politici, che ormai dai media sono generati, promossi e quando è il momento annientati. Nel caso dei politici continentali, a colpire è l’assoluta banalità delle dichiarazioni in merito, oppure il mutismo d’occasione: due manifestazioni con la stessa origine, ovvero il senso di profonda impotenza di chi, proprio mentre si propone come Decisore e Guida, è in realtà in balia di eventi che non è affatto in grado di controllare, così come non è in grado di capire né la propria futura rovina né quella del paese che dovrebbe governare.

La parabola di David Cameron, del resto, assomiglia non poco a quella di Matteo Renzi: l’aria disinvolta, disincantata e decisionista con cui, uscendo dalle brune limousine con le bandierine e i vetri fumée e abbottonandosi le giacchette, gli arditi giovinotti per un attimo si offrivano ai reporter assiepati sui marciapiedi prima dei grandi Vertici, non era che breve sogno, labile fumo senza arrosto; tutti quei brillanti ingressi erano soltanto il preludio della maldestra uscita di scena, tutta quella giovinezza mal spesa nient’altro che l’annuncio della precoce caduta.

Non è un caso che i due siano inciampati su dei referendum: è proprio questo, non il fatto in sé della “secessione”, il tema all’ordine del giorno. Che siano stati loro, gli Uomini di Governo, a chiamare alle urne i cittadini, è in tal quadro – dominato dai media, appunto – un fatto non senza significato, in quanto svela la base inconsistente e volatile del consenso, insieme denunciando la concomitante ridicola statura dei Leaders; fenomeno recente quanto alla velocità con cui si realizza, non nella radice prima e storica (tutta novecentesca), ma che comunque viene rubricato pur sempre come caso di “democrazia”.

E qui è il punto, naturalmente: perché sin dai tempi di Berlusconi per giungere a quelli di Trump (passando per Grilli e Casaleggi), non è soltanto la forma della democrazia ad aver subito una mutazione, ma la sua essenza. Sicché l’insistenza, per non dire l’ansia ossessiva, con cui ogni volta viene ribadito che, giusto o sbagliato ne sia l’esito, il pronunciamento su leave or remain è espressione del Volere del Popolo e in quanto tale di democrazia, bene si spiega con la segreta consapevolezza dell’infondatezza e del carattere a dir poco ambiguo di tale affermazione, e con l’altrettanto precisa intenzione di non mettere in discussione il modello che presiede agli sconquassi. La domanda mai posta è molto semplice: di quali mai strumenti il “popolo” è stato fornito per prendere decisioni di tale portata? Ah già, ma guarda: gli strumenti forniti dai media, i cui diversi orientamenti sarebbero a loro volta indice di democrazia, è vero. E in che consistono, allora, quegli strumenti, se non in slogan di protervi tribuni inverificabili dal popolo stesso, ma strombazzati da ogni canale o social a tamburo battente? Chi ne ha spiegato gli effetti, nel momento storico dato e nelle condizioni dettate dalla Globalizzazione e dal Libero Mercato? E quali, poi, le cause delle crisi a cui i cittadini reagiscono come possono, cioè affidandosi a questo o quello, per disperazione o calcolo, seguendo la trama prevista (e senza alcun complotto: non ce n’è bisogno) della volgarissima truffa? E alla fine, chi è la vera vittima di tutto questo cinico e ben collaudato processo? Ah già, ma guarda: proprio loro, i cittadini. Quale case study più eloquente, quale allegoria più trista e potente… Peccato, sì. Ma a loro in fondo, alla gente, è andata male sempre. O per caso pensavate che sguinzagliando le belve più selvagge del Liberismo la legge dell’homo homini lupus sarebbe stata finalmente smentita? Siamo seri, per favore. E poi di cosa vi lamentate, fatela meno lunga: è in queste battaglie mediatiche il sale delle democrazie.

Il mostro a due teste che tiene in ostaggio l’Italia non è che il figlio più che legittimo, la propaggine peninsulare dello stesso grandioso imbroglio: ed ecco il perché di quel vacuo sorrisetto che aleggia dietro il cerone dei volti inquadrati dalle telecamere, durante i talk show. Avrete colto anche voi, negli sguardi dei più navigati, una certa soddisfazione, appena repressa, per lo spettacolo della House of Commons così ridotta, per quel dibattito senza fine e senza senso, per quei rappresentanti del popolo così smarriti e balbettanti… Se la ride, il mostro a due teste in campagna elettorale permanente. Ma già Orazio lo aveva detto: De te fabula narratur (Sat., I, 1); e anche Mick Jagger nel soundtrack del remake di Alfie aveva avvertito i filistei, citando la Bibbia: «Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Matteo 15: 14).

(pubblicato nel sito Fondazione per la critica sociale, 17 Aprile 2019)

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