Se ne è andato Daniel Chavarría di Paolo Soraci

 

Se ne è andato Daniel Chavarría e il dolore è davvero enorme. Un maestro, un amico, una forza della natura. Ripenso agli anni della Marco Tropea, in giro per l’Italia a presentare i suoi meravigliosi romanzi d’avventura, dal Rimedio universale all’Occhio di Cibele, da soli o in truppa con Paco Taibo II, con Rolo Diez, con Leonardo Padura, e con Lucho Sepúlveda, che, pur di altra “scuderia”, si accompagnava spesso e volentieri alla banda Tropea. Ricordo le lunghe discussioni filologiche per definire esattamente il concetto, così irriducibilmente italico, di “paraculo”, parola che Daniel adorava e concetto che sapeva incarnare a perfezione. Ricordo il leggendario racconto del suo arrivo a Cuba dirottando un piccolo aereo di linea dalla Colombia: negli anni lo sentimmo crescere, articolarsi di meravigliose digressioni, assumere una perfetta struttura circolare, con al centro il più povero piatto della cucina cubana, l’arroz congris.
E poi, il fantastico rito lustrale, che era uso proporre alla fine di banchetti particolarmente ricchi e gustosi. A fine cena si alzava, chiedeva l’attenzione di tutti i commensali, ringraziava per la bontà dei cibi, la sublime qualità dei vini, l’eccelsa raffinatezza della conversazione, il fascino delle signore. Spiegava che arrivava da un paese povero e in perenne lotta per la sopravvivenza, dove quel che era stato portato in tavola quella sera sarebbe bastato per una settimana a un intero quartiere della sua città, L’Avana, e invitava tutti a un rito di ringraziamento e purificazione, chiedendo di ripetere con lui questa formula: “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse Tung! Evviva il compagno Giuseppe Stalin, nemico dei padroni, terrore dei fascisti, e dei falsi comunisti!”
Me lo ricordo all’Avana… me lo ricordo a Gijón alla Semana Negra, me lo ricordo in infinite città italiane per le presentazioni… mi ricordo quando andando al Festival dell’Unità di Reggio Emilia ci scoppiarono due gomme, non una. E lui e Leonardo Padura si rovesciavano da ridere perché una cosa così non si era vista mai neanche a Cuba.
Daniel era unico e meraviglioso. E spero che qualcuno recuperi i suoi libri, compreso La sesta isola, altro miracolo di humor e avventura, se lo merita Daniel, se lo meritano i suoi libri, se lo meritano i lettori.

I tre moschettieri.
Se ne è andato Daniel Chavarría il d’Artagnan del gruppo.
Rolo Diez, Luis Sepúlveda, Paco Ignazio Taibo II e Daniel Chavarria.
La foto di Daniel Mordzinski, ovviamente.

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