Non inganni il titolo del saggio di Craig Lambert: nel libro si parla anche di «lavoro ombra», definizione che include attività che non identifichiamo come lavoro, malgrado in passato altre persone fossero pagate per farle. Definizione dilatata fino a includere il tempo che genitori ossessivi dedicano ai figli, aiutandoli a fare i compiti o organizzandogli il tempo libero. Tanto che, nel susseguirsi di divagazioni che spesso scivolano nell’aneddotica, Lambert inserisce nella lista dei lavori ombra casi di lavoratori obbligati a stare in ufficio più di quanto previsto dal contratto, senza remunerazione extra, oppure a svolgere anche le mansioni di colleghi licenziati: a casa mia, questo si chiama sfruttamento.
Nel vagare da un fiore all’altro, il nostro si occupa anche dei ricchi che pagano i poveri per incombenze che non amano sbrigare da soli, situazione in cui nessuno svolge lavori ombra. Considerazioni che gli consentono però una digressione sul costume vistoso, con doverosa citazione di Veblen e della sua teoria sulla classe agiata. Salvo poi recuperare con un ardito doppio salto carpiato, affermando che supervisionare un esercito di collaboratori può dare vita a una peculiare forma di lavoro ombra manageriale.
Non sazio, include nel lavoro ombra il tempo passato in rete, trascurando il fatto che, per molti, si tratta del sostituto dei giochi tradizionali, mentre in un’altra pagina considera proprio il tempo dedicato ai divertimenti l’unico da escludere dal lavoro ombra. Forse preoccupato che il lettore scopra questa contraddizione, visto che sta parlando di rete, passa chissà perché a occuparsi degli statistici, i quali, grazie alla capacità di estrarre da Big Data informazioni utili per il loro datore di lavoro, sono ricercatissimi e ben pagati.
Peccatore incallito, in altra parte ritorna a parlare di web, azzardando la tesi di una rete che ha democratizzato le conoscenze, livellando la precedente piramide; affermazione che gli consente di portare acqua al proprio mulino, perché anche questo è lavoro ombra, anche se – sono sue parole – ad esempio «potrebbe star erodendo sensibilmente la domanda di servizi legali». Trascurando che il tempo speso in rete per risolvere un quesito legale è largamente remunerato dal risparmio della lauta parcella altrimenti dovuta all’avvocato.
Poiché secondo Lambert «in ultima analisi lo studio del lavoro ombra non è altro che uno studio su come passiamo il tempo», ci si aspetterebbe che, quando rimane in tema, utilizzi questa equivalenza come metro di giudizio. Viceversa, i casi presentati nel volume formano un quadro privo di prospettiva e di chiaroscuri. Se effettuo una transazione con l’home banking o acquisto un prodotto online, risparmio non solo una quantità di tempo tutt’altro che trascurabile, ma anche le spese di trasporto. Per non parlare della possibilità di scegliere nelle ventiquattro ore del giorno l’intervallo di tempo per me più conveniente. Lo definirei «risparmio ombra», anche di soldi, dato che elimino qualsiasi forma di intermediazione. Sono quindi situazioni non paragonabili all’esempio dell’albergo che, per risparmiare sul costo del personale, mi obbliga a portare da solo in camera un bagaglio, anche se pesante, o di Ikea, che mi costringe a montare da solo il mobile acquistato (in questo caso, però, bisognerebbe escludere dal novero i non pochi che si divertono a farlo).
Immaginate di essere a cena con un amico informato e abile conversatore, forse un po’ prolisso, e che costui vi intrattenga amabilmente per tutta la serata con riflessioni a ruota libera sulla perdita di posti di lavoro – cui suppliscono altri umani o robot –, su come è cambiato il tradizionale rapporto tra le persone – in larga misura sostituito dai social media –, sulla divaricazione crescente tra ricchi e poveri, sul ruolo e il significato del tempo (anche se siamo a distanze siderali da Sant’Agostino o da Einstein), e altro ancora; tra cui, incidentalmente, l’effettivo lavoro ombra.
Il libro di Craig Lambert costa meno della cena con l’amico e vi offre lo stesso di tipo di intrattenimento (e non siete obbligati a leggerlo fino all’ultima pagina).
Craig Lambert
Il lavoro ombra
traduzione di Elena Vozzi
Baldini&Castoldi, 2017, 317 pp., € 18
(pubblicato su alpha+più, 1 settembre 2017)
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