Non è facile portare a sintesi il pensiero politico di Noam Chomsky, che basa le sue analisi della società contemporanea sul confronto con esempi storici e su una quantità, a volte sorprendente, di materiale documentario. Un approccio consueto in molti ambiti di ricerca, lontano però anni luce dall’esposizione sistematica di una teoria, per cui il filo rosso che lega le sue argomentazioni riesce a emergere con sufficiente chiarezza soltanto dalla lettura attenta dei suoi scritti: saggi, articoli, libri.
Questa difficoltà risulta accentuata, rendendo di fatto impossibile la ricostruzione del pensiero politico di Chomsky, quando l’unità del saggio, dell’articolo, del libro è sostituita da un testo in cui si succedono, spesso scelte secondo criteri discutibili, le registrazioni di dibattiti o di interviste radiofoniche, eventi per di più condotti utilizzando tecniche eterogenee: rapporto esclusivo intervistatore-intervistato/domande soltanto da parte del pubblico o degli ascoltatori/interventi del primo e dei secondi. Si tratta di operazioni editoriali discutibili, che sfruttano la notorietà e l’appeal del personaggio per vendere con titoli promettenti una successione di testi, selezionati senza necessariamente seguire un filo logico. Per Noam Chomsky, il volume Così va il mondo non rappresenta un caso isolato. Circola ad esempio in rete un e-book dal titolo ancora più ambizioso ( Capire il potere) e con una selezione dei testi di gran lunga più farraginosa.
Così va il mondo è composto da ben settantaquattro interviste, raggruppate in modo spesso arbitrario per trasformarle con disinvoltura in capitoli di uno dei “quattro saggi profetici e attualissimi” in cui è suddiviso il testo: “Il golpe silenzioso”, “Il bene comune”, “Cosa vuole davvero lo zio Sam”, “I pochi fortunati e i tanti scontenti”. Tutti temi di grande spessore, ridotti in pillole, fino al caso estremo del capitolo “Altri argomenti”, inserito – non si comprende perché – nel sedicente saggio sul “Golpe silenzioso». In nove (sic!) pagine si pretende di esporre il pensiero di Chomsky su Consumi contro benessere, Le cooperative sociali, L’incombente catastrofe ecologica , L’energia nucleare, La famiglia, Cosa possiamo fare.
Insomma, brevi cenni sull’universo. Ad esempio, l’intervista su «La famiglia» è condensata in due sole domande – come eliminarvi il potere gerarchico e a quale età il genitore deve smettere di esercitare l’autorità sul figlio – con risposte rispettivamente di 189 e 102 parole. La mia ridotta capacità mentale mi ha impedito di comprendere quale contributo le due risposte possono dare all’analisi del golpe silenzioso, presunto saggio che ha come sottotitolo “Segreti, bugie, crimini e democrazia” e che, secondo la prefazione, mette a disposizione dei lettori gli “occhiali magici” con cui Chomsky riesce a far vedere la realtà di un “neoliberismo economico che, in nome della globalizzazione dei mercati, aspira a trasformare il mondo in un’immensa ‘fabbrica di profitti’, a beneficio di una ristretta cerchia di eletti”.
Nei vecchi libri dell’editore Bompiani era inserito un foglietto con un breve messaggio: non prestare questo libro: se ti è piaciuto, fai un torto all’editore; se non ti è piaciuto, lo fai a chi l’hai dato. Così va il mondo non lo presterò a nessuno. Anche perché il torto maggiore lo farei al pensiero di Chomsky.
Noah Chomsky, Così va il mondo, Piemme, 2017, 516 pp., € 19
(pubblicato su alfa+più, 8 giugno 2017)
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